Tecnicamente sono un pochino in ritardo perchè mio figlio ha compiuto 18 mesi, ovvero un anno e mezzo, a fine ottobre. Ma riesco a trovare il tempo di scrivere solo oggi, ovvero quasi a metà novembre.
Come sempre mi piace fare un post per ricordarmi cosa fa in questo momento Oliver, le cose che mi colpiscono. Un giorno le rileggerò e magari riderò al ricordo di piccoli dettagli che altrimenti potrebbero svanire nella mia labile memoria.
All’asilo nido
Voglio rassicurare chi ha letto il post sull’inserimento al Nido. Finalmente dopo quasi 2 mesi mio figlio si è ambientato all’asilo nido. Quasi non piange più all’ingresso, anche se è stata dura, e ha anche cominciato a dormire il pomeriggio. Prima 20 minuti, poi mezzora, poi 50 minuti… Le prime volte le maestre con infinita pazienza gli cantavano le ninne nanne e il Best of Cocciante (è colpa del babbo che lo addormenta con Margherita), ora il piccolo ha imparato da solo che appena finito pranzo è ora di andare a fare la nanna. Talmente bene che, anche se gli altri bambini stanno ancora mangiando, lui prende la mano della maestra e dice “nanna”!!!
Il suo gergo
Dopo le prime parole, ovvero mamma, cacca (che oltre al significato letterale del termine indica anche “casca”), pappa (che vuol dire anche palla) e brumma (=macchina), il suo vocabolario si è arricchito notevolmente di parole nuove, più o meno pronunciate correttamente. Ogni giorno ci stupisce con qualche nuova parola, credo sia anche merito dell’asilo.
Ci ha fatto ridere una sera a cena, quando ha finito il suo piatto, ce lo ha mostrato dicendo “punto” che in toscano si usa come aggettivo. “Non c’è punto sale”. Lo integra con “più” e “un altro” sempre per far capire che vuole ancora che so un mandarino, una porzione di pasta o un po’ di “cicci” (usato indistintamente per la carne e il pesce).
C’è stata la fase del “..azie” che diceva con molta cortesia ogni qualvolta qualcuno gli dava qualcosa.
Poi c’è il bujo, il cucca (=cucchiaio), A-A (acqua) e A-I o A-E (latte).
E ovviamente il primo animale che ha mostrato di riconoscere è stato il Ga-ga, ovvero il gatto. In casa nostra e in giardino non mancano esempi.
La prima fidanzatina
Un giorno è tornato a casa dal nido dicendo di continuo “Anna”, lì per lì pensavo di aver capito male, magari accorciava Mamma o nanna. Poi la maestra mi ha mostrato la foto incriminata: un bacio con la compagna di asilo, una biondina di nome Anna… si tengono per mano, si guardano negli occhi, si abbracciano.
Cosa gli piace
Continua ad amare i librini, che sfoglia e vuole commentare con me. Ha imparato qualche verso di animale e così quando vede il disegno di una pecora o di una mucca, ripete beee o muuu.
Adora le macchinine di ogni forma e dimensione, soprattutto se fatte bene (= resistenti ma anche da bimbi grandi).
Da pochi giorni ha scoperto che sul mio smartphone c’è un coso (=video) che ha un triangolo rosso e quando lo clicchi compare una canzoncina molto divertente, con un cartone animato che lo fa ridere molto. Sto parlando di “Volevo un gatto nero” e il video è questo qui.
Lo adora, devo stare attenta perché sarebbe capace di guardarlo ad oltranza.
Ah, continua ad amare l’acqua. Il bagnetto è un momento sacro per lui, se lo tengo poco ci rimane malissimo. Alterna momenti dentro la vaschetta a momenti fuori, magari sotto la doccia, purché non sui capelli. E non ha mai freddo.
Nel suo letto
Finalmente ha cominciato a dormire nel suo lettino a cancelli. In camera nostra, ma comunque nel suo letto. E’ già una conquista! Di pari passo abbiamo detto addio anche alla poppata addormentatrice (il resto avevo già sospeso), con buona pace di tutti/e coloro che pensano che allattare a 16 o 18 mesi sia sbagliato. In realtà ho capito che ci sono tante scuole di pensiero, ma nel mio caso la cosa è venuta abbastanza serenamente. Certo, lui ci prova ogni tanto a dire “poppa poppa”. Ma non ha fatto tragedie e ora si addormenta da solo.
Continua a essere molto attaccato alla mamma, alle nonne e al babbo, ma ora dice anche “zia”.
E’ ricciolo, biondo, con dei bei boccoli che prima o poi dovro’ accorciare, e che sono il motivo principale per il quale a volte gli estranei lo scambiano per una bambina.
E io… sono sempre più pazza di lui.